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al testo di Marina Pacifici
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Mi smarrisco nel color porpora del rimpianto ora che non cammini più a me accanto. Ricordi? Era giorno di mercato a Luino, bimba felice mi tenevi premuroso per la mano a te vicino. Un brillante voto nel tema d'italiano all'uscita della scuola mio angelo paziente mi attendevi. Un tuo sorriso la fragranza amorevole del tuo abbraccio, un bacio sulla guancia ed i lunghi giorni di Quaresima senza Te parevano lievi nella danza di fiabeschi fiocchi di neve. Ricordi? A Luino era giorno di mercato e dalla scuola sulla via del ritorno Insieme il mercato avevamo attraversato. Scendeva soave la neve tutto pareva ovattato di candido manto imbiancato. Alla bancarella degli ombrelli sgranai i miei occhi fanciulleschi scuri affascinata dall'arcobaleno rifulgente dai mille colori puri. Un ombrellino rosso sgargiante mi occhieggiava lezioso ed ammaliante. Con un bagliore negli occhi sorridesti indulgente leggendo nel mio pensiero e subito mi comprasti l'ombrellino rosso fiammante. Oggi nel rimpianto porpora una pioggia gelida incombe su Luino e la gelida fola di struggenti ricordi sferza il mio viso. Il vento da est disperde una lacrima nella diaspora di nostalgici pensieri mentre attraverso le vie del mercato sola nel mesto mattino. Non più il caldo autunno della tua presenza mi consola. Vivo nell'esilio perenne della tua assenza. Ora ti ho perduto, ma vivo è il dialogo delle nostre divise anime sofferto e muto... Rosso come allora un ombrello occhieggia e il dolore dei ricordi fa sanguinare il mio cuore come crudele scheggia. Si tingono di porpora le lacrime della mia nostalgia, ora che angelo mio sei volato via. Un ombrello rosso ho comprato ma triste e freddo nel viola solitario il brillante vivo fiamma è sfumato . Dilegua in freddo inverno per me il colore all'ombra della tua incolmabile assenza nell'ora infinita del dolore. Ora che il sole senza Te si è oscurato. Il sorriso tuo di calda estate nel ricordo sbiadisce e il tepore della mano tua più non mitiga il gelo delle mie giornate... Incedo nel deserto della mia solitudine a rapide, inquiete falcate. Langue il ricordo mesto e muto, sbiadisce il rosso della foggia ora che ti ho perduto. E nel malinconico andante della memoria mi confondo come ombra nella pioggia incessante. |
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