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Rosso come allora

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Mi smarrisco
nel color porpora del rimpianto
ora
che non cammini più a me accanto.

Ricordi?
Era giorno di mercato a Luino,
bimba felice
mi tenevi premuroso
per la mano
a te vicino.

Un brillante voto nel tema d'italiano
all'uscita della scuola
mio angelo paziente mi attendevi.

Un tuo sorriso
la fragranza amorevole del tuo abbraccio,
un bacio sulla guancia
ed i lunghi giorni di Quaresima senza Te
parevano lievi
nella danza di fiabeschi fiocchi di neve.

Ricordi?
A Luino era giorno di mercato
e dalla scuola
sulla via del ritorno
Insieme il mercato avevamo attraversato.

Scendeva soave la neve
tutto pareva ovattato
di candido manto imbiancato.

Alla bancarella degli ombrelli
sgranai i miei occhi fanciulleschi scuri
affascinata dall'arcobaleno rifulgente
dai mille colori puri.

Un ombrellino rosso sgargiante
mi occhieggiava lezioso ed ammaliante.

Con un bagliore negli occhi
sorridesti indulgente
leggendo nel mio pensiero
e subito
mi comprasti l'ombrellino rosso fiammante.

Oggi
nel rimpianto porpora
una pioggia gelida incombe su Luino
e la gelida fola
di struggenti ricordi
sferza il mio viso.

Il vento da est disperde una lacrima
nella diaspora di nostalgici pensieri
mentre attraverso le vie del mercato
sola
nel mesto mattino.

Non più
il caldo autunno della tua presenza
mi consola.

Vivo
nell'esilio perenne
della tua assenza.

Ora
ti ho perduto,
ma vivo
è il dialogo delle nostre divise anime
sofferto e muto...

Rosso come allora
un ombrello occhieggia
e il dolore dei ricordi
fa sanguinare il mio cuore
come crudele scheggia.

Si tingono di porpora
le lacrime della mia nostalgia,
ora che
angelo mio
sei volato via.

Un ombrello rosso ho comprato
ma triste e freddo nel viola solitario
il brillante vivo fiamma è sfumato .

Dilegua in freddo inverno
per me il colore
all'ombra della tua incolmabile assenza
nell'ora infinita del dolore.

Ora
che il sole
senza Te si è oscurato.

Il sorriso tuo
di calda estate nel ricordo sbiadisce
e il tepore della mano tua
più non mitiga il gelo delle mie giornate...

Incedo
nel deserto della mia solitudine
a rapide, inquiete falcate.

Langue il ricordo
mesto e muto,
sbiadisce il rosso della foggia
ora
che ti ho perduto.

E nel malinconico andante
della memoria
mi confondo come ombra
nella pioggia
incessante.

 Maria Musik - 17/03/2011 13:59:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Il tema del rimpianto accorato del Padre ritorna. Questo grido di dolore, questa memoria ancora "ostile" che non vuole abbandonarti in un consolante ricordo sono struggenti. Dal punto di vista meramente stilistico avrei abbreviato molto perchè la forza del grido non si perdesse nel ripetersi. Benchè comprenda la necessità emotiva di "salmodiare" questo dolore/assenza, la lirica, a mio avviso, ne risente.

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